Dialoghi sulla bellezza (VIII)

liberamente tratti dal saggio 

Le vie della bellezza

di Vito Mancuso

EPILOGO

– Cercavamo il senso della vita?

– Se per senso intendi significato, non credo, e poi non lo so.

– Se per senso intendi direzione allora una direzione c’è. Vivere prevede camminare e muoversi, tu scegli la direzione.

– Però, se posso permettermi, qualunque sia la direzione, ti conviene sempre camminare sul confine. È il modo di stare al mondo di chi pensa, di chi sa pensare.

– Camminare sul confine significa dare pari peso alla tesi e all’antitesi. Significa esercitare il pensiero dialettico, quello del filosofo, che significa “amante della sapienza”, del mondo.

– Chi ama non codifica l’amore in dogmi. Bisogna amare la verità più della propria tradizione.

– Camminare lungo il confine può rendere insicuri; ma liberarsi dei dogmi può infondere serenità, perché il dogma è rigido, ci trova sempre impreparati, a testa bassa.

– La bellezza dell’universo è quella della più grande opera d’arte. Noi che siamo un pezzo di universo, dobbiamo semplicemente mirare ad essere un’opera d’arte.

– Questi sono tempi, giorni, mesi, anni difficili. Lo vedete, no? Dobbiamo muoverci per ritrovare la bellezza. Perché solo la bellezza può salvarci dalla tristezza, dall’avidità, dalla paura degli altri. La bellezza ci apre, ci allarga proprio, ci spinge oltre i nostri confini, ecco perché ci salva. Perché salvo è l’uomo che vive per qualcosa di più grande di sé.


Pratiche. 

Non scegliere la via più breve, scegliere la via più bella. Partire prima. Il tempo dedicato alla bellezza è il tempo migliore.

Attento all’assonanza abito abitazione abitudine. Abiti e abitazione diventano la propria abitudine: curare perciò l’abbigliamento, non per lo sguardo degli altri ma per rispetto verso il corpo dell’anima propri.

Amare la propria abitazione, qualunque sia e dovunque. Liberarla dagli oggetti superflui. Arredarla con la luce.

Apparecchiare con cura la tavola. Avere le piante come compagne.

Circondarsi di persone belle. Finchè non si trovano, non temere la solitudine.

Riguardo alla musica, fuggire la moda. 

Dedicarle la qualità più alta dell’attenzione.

Riguardo all’arte, fuggire la moda.

Amare degli antichi, dei moderni, dei contemporanei, la sincerità.

In ogni momento quotidiano, nel traffico, alla cassa, in una sala d’attesa, trovare il bello e farne tesoro.

Tutelare la bellezza del mondo. Pulire, ordinare.

Tutelare la propria bellezza fisica, non sempre lo sguardo altrui ma per onorare il proprio esserci.

Curare il linguaggio, ricercare le parole giuste.

Constatata una bruttezza, non fare che il sentimento diventi risentimento. Disporre le cose brutte del mondo accanto alle proprie.

Amare la natura. Ricercarla instancabilmente come origine della bellezza.

Amare lo spirito. Invocarlo instancabilmente come verificatore della bellezza

Riconoscere la bellezza in ciò che è più autentico e più naturale.

Percorrere la via della bellezza come via della salvezza.

Dialoghi sulla bellezza

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Dialoghi sulla bellezza (VIII)

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